Con Laura Aimo, docente di Estetica e Filosofia dell’esperienza alla Facoltà di Scienze della Formazione
dell’Università Cattolica di Milano e Piacenza.
Utòpia non è Utopìa. Un accento cambia tutto. Della seconda si è scritto e discusso molto, tanto in ambito filosofico quanto pedagogico, divenendo ben presto nel linguaggio colloquiale sinonimo di “non possibile” o “non realizzabile”. Della prima, invece, ancora poco si racconta perché è il nome di una bambina. Una bambina immaginaria, certo, e che pure trova natali e radici nelle vite di molte persone che da tempo sono protagoniste di esperienze considerate utopiche o, meglio sarebbe dire, fuori dal comune.
Da una nascita indisturbata al gioco del dipingere, dalla matematica vedica alla conoscenza sensitivo-sensoriale del mondo, molte sono le opportunità di scoperta ed espressione che si aprono all’essere umano se gliene viene data l’occasione. L’incontro muove da qui – e dal libro che ne tesse ragioni ed esempi – per ridare spazio a Utòpia: alla potenza immaginativa, forza risolutiva e piccola fede che occorre per realizzare i propri sogni.
Per bambini, ragazzi e adulti insieme.
